10 Aprile 2003: la mia prima flebo

La guerra in Iraq ha deciso di trasferirsi nel mio intestino e l’altro ieri è iniziata la madre di tutte le dissenterie nelle mie viscere. Accompagnata da febbre alta, crampi, mal di testa, nausea e un dolore insopportabile alla schiena. Temendo potesse essere dengue (una brutta malattia portata da una specie di zanzara) Josa mi ha fatto portare all’ospedale di Capim Grosso. Sulla “macchina a gas” di Jonas, dopo 27 chilometri di buche, distrutta dal viaggio, eccomi finalmente all’ospedale. Ecco… quello che non avrei mai augurato nemmeno al mio peggior nemico. L’ospedale di Capim Grosso è il simbolo della malasanità brasiliana (di proprietà del sindaco che, come privato cittadino, lo ha affittato a se stesso in quanto sindaco! Immaginatevi questo personaggio quanti soldi ruba al municipio). Ma del resto non me la sentivo di affrontare il viaggio fino a Jacobina. E di turno c’era una dottoressa che dicono sia brava. Così mi sono fatta le due ore di attesa prima di essere visitata. La visita è stata fulminea: misura della pressione, gli ho spiegato cosa sentivo e dopo 20 secondi già uscivano diagnosi e cura. Devo mandare il mio dottore di Genova a fare uno stage qui, lui che impiega non meno di 40 minuti per visita. La cura consisteva in una flebo e un antidolorifico. Non avevo mai fatto una flebo in vita mia e da grande coraggiosa quale sono mi ha preso il panico: aghi infetti, embolia, shock anafilattico… Già mi vedevo tornare in Italia dentro una cassa con il tricolore sopra! Invece sono sopravvissuta e oggi sto già meglio. La cosa che mi ha colpito è che lì la flebo sembra essere la panacea per tutti i mali. Per qualsiasi sintomo….flebo! Eravamo cinque nella stanza; c’era una psicopatica in crisi nervoso depressiva: flebo, c’era una vecchietta con l’artrite: flebo, c’era una ragazza con problemi respiratori: flebo (ma non sarebbe stato più opportuno un aerosol? però a dire il vero dopo cinque minuti di flebo sembrava le fosse già passato tutto), e poi c’era una donna magra come un chiodo, le si vedeva la fame disegnata sulla faccia, diceva che aveva problemi respiratori anche lei, ma ha chiesto da mangiare, povera donna, mi sa che la sua malattia era solo la fame… Comunque per la cronaca si è beccata una bella flebo pure lei!. Si vede che quel giorno avevano quello a disposizione… Per rallegrarsi, durante il tempo delle flebo, nella stanza si conversava sull’ennesimo caso di cronaca nera locale: la sera prima un uomo ha tagliato la testa a sua moglie nel letto di casa, qui a Capim Grosso. Accidenti, non mi lamento più della mia cacarella… possono capitare cose ben peggiori da queste parti! Alle 13 finalmente, finita la flebo, mi dimettono e torno a casa. La battaglia intestinale continua ancora, ma va meglio e almeno so che non è dengue, ma probabilmente un virus.  Beh, forse l’argomento di oggi non era molto esaltante (non mi dite “questa pagina è una m…!”… sarebbe troppo scontato), spero di allietarvi con argomenti più raffinati la prossima volta.

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