3 Maggio 2003: curiosità sertaneje

Ecco in ordine sparso alcune cose interessanti che mi hanno colpito della vita quotidiana dei sertanejos, gli abitanti del sertão. Per esempio il modo di dormire: nonostante esistano i lenzuoli, generalmente i sertanejos dormono mummificati avvolti in una coperta, che si fanno girare intorno come un bozzolo, e sa fa freddo si mummificano pure la testa! Non so come facciano, mi sembra la cosa più scomoda e soffocante del mondo, chissà che origine ha. Forse perché un tempo non possedevano i lenzuoli, forse perché dormivano dove capitava, un interessante questione antropologica! Un’ altra cosa curiosa è il modo di mangiare: si ha un unico piatto che viene riempito contemporaneamente con tutte le portate, poi si prende una forchetta e si rimescola per bene tutto quanto, così non distingui più i fagioli dal pollo, la carne di capra dal riso e dalle carote. Spesso ci infilano pure la frutta… specialmente le banane. Il minestrone totale!  E poi raramente bevono durante il pasto, viene ingurgitato tutto senza ausilio di liquidi (vi sfido io a buttare giù riso, fagioli, carne secca e farina di manioca senza acqua: impossibile per me, ma loro ce la fanno). Al limite si beve un po’ d’acqua solo alla fine del pasto. Altre abitudini che denotano il sertanejo verace sono il fatto di scatarrare tranquillamente in pubblico (anche le donne) e sputare con nonchalance per terra, a pochi centimetri dai piedi dell’interlocutore, oppure soffiarsi il naso senza fazzoletto, lanciando a gran velocità il prodotto verso il suolo… Per quanto riguarda i giovani, bisogna dire che la globalizzazione impazza ed è arrivata pure qui, non so come sia possibile, in tanti posti qui non arriva l’elettricità né il telefono, ma i ragazzi sembrano le fotocopie degli adolescenti genovesi: stessi jeans stracciati e macchiati, vita bassa e mutande fuori, ombelico scoperto per le ragazze e avanti così…  Tuttavia resistono certe tradizioni e modi di pensare. Per quanto riguarda la musica ad esempio: quest’anno nella hit parade del sertão al primo posto c’è “Hanno ammazzato il mio tacchino”, ve lo giuro!… Gli adolescenti che non si possono permettere la moto, per i 18 anni sognano un cavallo tutto per loro, ai bambini quando nascono non si regala il braccialettino d’oro, ma una capra da far crescere e nelle famiglie più benestanti un vitello. Il ragazzo sertanejo invita la fidanzata al rodeo il sabato sera e le offre uno spiedino di montone o un po’ di carne secca da trangugiare con mezzo bicchiere di cachaça. Lei sogna di vincere il titolo di Miss Regina dei vaqueiros e c’è un tifo da stadio a vedere sfilare le ragazze con gli stivali e il cappello da cowboy. I bambini giocano al fazendero e fanno a gara a chi ha più mucche; il piccolo Ramon tutte le volte me le elenca tutte una per una. Il giovane sertanejo “arrivato” veste elegantissimi stivali con la punta di ferro e gli speroni e un bel cappello simile a quello da cowboy. Il programma televisivo che fa maggiore audience nel sertão sono le aste di animali in diretta (come quelle che da noi vendono quadri e gioielli), basta una telefonata e un bel po’ di soldi che ti recapitano a casa quel magnifico toro da 10.000 dollari, tutto agghindato e pieno di medaglie dei vari concorsi che ha vinto. Il passatempo per eccellenza in tutto il sertão è il forrò, una sorta di ballo liscio molto facile e allegro (persino io, celebre bastone di scopa, sono riuscita ad impararlo) che è una sorta di droga per tutti gli abitanti del sertão.  Sono centinaia o forse migliaia le bande che suonano il forrò, ognuno ha un nome allucinante, generalmente derivato da qualche alimento tipico. “Cous cous con latte”, “Riso e fagioli”, “Limone con miele”, “Caviale e rapadura”, “Semola di mais” e avanti così,  starei ore a leggere questi nomi nel negozio di CD pirata di Capim Grossso. (ebbene sì, è un vero e proprio negozio che vende solamente CD pirata). La celebre musica brasiliana di Caetano Veloso, Tom Jobim, Toquinho, Elis Regina, qui è praticamente sconosciuta. In compenso “Bruno e Marrone” sono famosissimi, e per quanto riguarda l’Italia Laura Pausini, Tiziano Ferro e Eros Ramazzotti vanno alla grande…  Un’altra singolarità linguistica è l’uso che viene fatto dei suffissi “inho” (diminutivo –ino)  e “ão” (accrescitivo  -one). State 10 minuti a parlare con Josa e ve ne renderete conto. Potrebbe dirvi ad esempio: “Ehi perché non andiamo coi nostri amicini e ci prendiamo un caffettino o una birrettina in quel barettino, solo un momentino, velocino, magari mangiando un dolcino o un biscottino, guarda quello come è bellino, tutto decoratino…” Però magari stando lì seduta potrebbe vedere passare “quel ragazzone grandone, è proprio un bellone su quel macchinone, chissa quanto denarone è costato”… Insomma è difficile che qualcosa sia normale, è più divertente enfatizzare tutto, nel grande o nel piccolo.  Quindi se in città vi diranno di prendere il frescão (= frescone), non sarà una bibita da chiedere al bar, ma ricordatevi che è l’autobus con l’aria condizionata! E il lixão (= spazzaturone) è semplicemente la discarica, mentre l’apagão (=spegnone) è il blackout. Troppo belli questi nomi!!! E per finire, già che stiamo parlando di nomi, sappiate che cercare una persona sapendone solo il cognome qui è assolutamente inutile. La gente nel sertão si conosce soprattutto per il soprannome (“Baffo”, “Tedesco”,”Figlio”,”Dadà”, “Dudù”, “Didì”,”Dò” ad esempio..), ed eventualmente per il nome.  Perché non è come da noi: nel sertão i cognomi sono tutti uguali (Santos,  Silva, Ferreira, Oliveira, Souza e pochi altri), invece per i nomi si dà libero sfogo alla fantasia. La stragrande maggioranza dei nomi di battesimo sono inventati, unendo pezzi di nomi dei genitori, nomi di piante, di luoghi, di santi e di madonne. Praticamente non c’è un nome uguale all’altro. E anche chi si chiama Maria sarà Maria di Lourdes, oppure Maria di Fatima, oppure Maria del Carmine. Solo Maria sarebbe troppo banale!

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