12 Settembre 2003: la telenovela sociale

Oggi voglio farvi un piccolo approfondimento su quello che è un vero e proprio fenomeno sociale del Brasile: le telenovelas, esportate in tutto il mondo in quantità superiore al caffè e alle banane, sono una delle grandi specialità della TV brasiliana. Curate nei particolari, nelle ambientazioni, ottimi attori, bisogna riconoscere che in questo genere i brasiliani sono maestri. Per rendervi conto… qui gli attori iniziano a recitare in teatro e al cinema solo per farsi conoscere a sufficienza per iniziare a fare telenovelas! Il sogno di ogni aspirante attore non è calcare il palcoscenico del teatro municipale di Rio de Janeiro, ma essere uno dei protagonisti della telenovela delle 21, il teatro o il cinema sono solo i passaggi per arrivarci. Tutto ciò fa sì che la popolazione assista in massa agli episodi di queste serie che durano circa nove mesi e che provocano una certa assuefazione e un allontanamento dal mondo reale, specialmente nelle fasce più deboli e più povere. Nella favelas magari non hanno l’acqua, non hanno le porte di casa, non hanno da mangiare, ma non manca la TV accesa. Questo è il lato negativo e triste che tutti conosciamo, ma volevo raccontarvi alcune caratteristiche originali e magari anche positive della telenovela delle 21 (ebbene sì, sono diventata dipendente anche io…. e ora ci scrivo pure un pezzo sopra…). Per esempio mi ha colpito il fatto che le puntate vengono girate pochi giorni prima di essere trasmesse. Quindi da una parte la trama è aperta a cambiamenti a seconda dell’accettazione del pubblico, dall’altra riesce ad inserire la cronaca e gli avvenimenti della settimana dentro il racconto, dando la sensazione che i protagonisti vivano la vita reale di tutti noi, a Copacabana. Un’altra cosa che rende più reale la telenovela è vedere che gli attori nella loro vita reale sono uguali identici ai loro personaggi (le oche del video sono autentiche oche anche nella vita reale). E poi gli attori di successo li ritrovi in duecento altri programmi a tutte le ore del giorno e della notte, sulle riviste, sui giornali… alla fine ti sono più familiari dei tuoi parenti. Ma la cosa più meritevole di “Mulheres Apaixonadas” (la mia droga) è il tentativo di essere anche una telenovela educativa. Proprio così: i personaggi parlano della violenza come fenomeno da estirpare, danno utili indicazioni su come comportarsi in caso di rapina, i due nonnini spiegano quanto è importante vaccinarsi contro l’influenza, la nipotina stronza fa nascere anche dentro lo spettatore più cattivo un sentimento di rispetto per gli anziani, la cinquantenne col nodulo spiega nei dettagli come fare l’autoesame del seno e quando sottomettersi ai controlli periodici, l’altra dà suggerimenti su come comportarsi coi figli in caso di separazione, la professoressa alcolizzata alimenta la discussione sull’etilismo, e avanti così.  Ma l’altra sera devo dire che mi hanno sbalordito. Alcuni mesi fa una ragazzina è stata ammazzata da una pallottola vagante mentre andava a scuola a Rio de Janeiro (questa è realtà purtroppo, non è telenovela..), in questi giorni era in programma una manifestazione in suo ricordo, contro la violenza. Così nella fiction, durante la lezione nella classe del liceo dove è ambientata in parte la telenovela, sono entrati i due genitori (veri) di Gabriela e hanno parlato della morte della figlia e della manifestazione che ci sarebbe stata in quei giorni. Roba da brividi, veramente… Insomma, non è per giustificare la mia dipendenza… ma su ammettete che magari qualcosa di buono c’è… Beh, adesso però sono semi disperata, lunedì vengo in Italia, come farò a stare 15 giorni senza Mulheres Apaixonadas? Aaaarghh… sarà una tragedia!

P.s. sto vedendo il TG brasiliano, anche oggi hanno parlato dell’ennesima gaffe di Berlusconi, sigh, che in questo periodo pare ne sforni una dietro l’altra. Il giornalista a conclusione del servizio impietoso (e notare che la TV brasiliana è di destra…) ha aggiunto con voce sconsolata “Berlusconi è attualmente il presidente dell’Unione Europea…”, con un tono di compassione per noi poveri europei… Che figura!..

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