Verbale riunione 2-11-2010

# Nuovi arrivati: Emanuela, Chiara, Lucia
Emanuela e Chiara, al terzo anno di ing. chimica, stanno pensando ad una tesi da realizzare nell’ambito di un progetto di cooperazione. Si pensa di coinvolgere la rete di isf-italia per sentire quali altre sedi stanno lavorando.

# Racconto di viaggio di Caterina in RCA
Caterina della Rete Radiè Resch di Savona è appena stata in Rep. Centrafricana ad incontrare Marc e Cedifod. Caterina ci aiuta a tirare le file di 6 anni di lavoro insieme: Cedifod, RRR ed ISF. Dalla tesi di Anna e Paola, all’appuntamento di “Tam tam senza frontiere”, ai vari progetti gestiti da Cedifod con finanziamentiveicolati da vari soggetti, tra cui anche isf. I soldi hanno portato attività ferventi, ma anche problemi, gestionali e anche relazionali. Negli ultimi mesi i rapporti di Cedifod con diverse altre realtà occidentali (ong, donatori vari, associazioni…) sono stati complicati da accuse e contrasti forti.
Caterina è partita per un viaggio breve, di una settimana, di valutazione reciproca: quindi soprattutto per incontrarsi e per parlarsi. Con Marc ha portato avanti una riflessione comune sulle origini del cammino comune, sul sogno di incontri e di scambi di comunità e di esperienze. Con una domanda di fondo: “cos’è successo? cosa è cambiato dal sogno alla reltà?”. Non c’è una risposta al ritorno dal viaggio di Caterina, ma comunque non era l’obiettivo.
Serve però fare un passo indietro: nel 2007 la RRR aveva sconsigliato a tutte le altre realtà cooperanti in RCA di non far partire nuovi progetti con alti budget (superiori ai 2-3 mila euro). Le ragioni di queste indicazioni nascevano dalla valutazione che la realtà culturale (in senso molto lato) non è pronta a ragionare con somme troppo fuori dalle dimensioni quotidiane (in RCA si vive con meno di 1€ al giorno: un progetto di 30mila € è fuori dall’immaginario). Inoltre la dimensione organizzativa di Cedifod non riesce a dare garanzie di continuità all’interno dello staff, quindi per Marc ogni 2 o 3 mesi tocca iniziare da capo perché il responsabile di un progetto è cambiato.
Ad oggi il peggioramento dei rapporti di cui sopra è riconducibile alla rottura con la fondazione di Un Raggio di Luce, ong di Pistoia. Caterina ha incontrato quindi anche il responsabile di URDL a Bangui e poi anche il presidente della ong a Pistoia. I toni iniziali dello scontro erano molto duri, ora sono più morbidi perché ciascuno ha riconosciuto le proprie colpe e i limiti dell’altro. Ora Marc ha elaborato la vicenda e sta cucendo insieme ciò che è oggi Cedifod: l’obiettivo a breve-lungo termine è di lavorare sulla formazione chiudendo con l’esperienza di progetti concreti. (nota a margine: queste indicazioni operative sono state portate avanti da sempre dalla RRR e in quest’ottica si articolava la proposta di non portare avanti macroprogetti).
Alla domanda: ora che fare del progetto in corso? Caterina suggerisce di chiedere a Marc direttamente, senza troppi paura e con tutta sincerità. E di ricominciare ad incontrarsi: prima che qualcuno di noi scenda giù e poi invitando qualcuno di giù su da noi. Perché quando Marc parla di formazione non pensa alle aule scolastiche, ma all’incontro tra le persone.
Caterina ci invierà una lettera scritta di proprio pugno da Marc a tutti gli italiani che ha conosciuto. Inoltre ci ha portato su tre plichi di carte che ha preso Giovanni.

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