Sertao: diario brasiliano – Introduzione

Il sertão è il Brasile che non immagini, niente foresta amazzonica, niente spiagge da sogno, niente metropoli e niente samba: il sertão è la regione semi-arida situata nel Nordest del paese. È l’emblema della povertà del Brasile, la terra di origine dei milioni di disperati che vanno ad abitare le favelas delle grandi città. Occupa gran parte degli stati di Bahia, Piauì, Cearà, Pernambuco e altri in misura minore. è una terra pianeggiante, secca e spoglia, battuta da un sole feroce e da croniche siccità. Nei secoli passati è stata disboscata per creare pascoli e si è progressivamente inaridita, fino ad arrivare a vere e proprie desertificazioni. Non sono presenti industrie né servizi, le infrastrutture sono scarsissime e la gente vive con una agricoltura di sussistenza, finalizzata perlopiù all’allevamento di pecore e capre. È un popolo di grande fede religiosa e spirito comunitario, un popolo che non si arrende e cerca di organizzarsi, con le associazioni, i sindacati, la chiesa cattolica. Io sono arrivata in questa terra dimenticata da Dio e da molti altri,  grazie ad un progetto di cooperazione della ONG (organizzazione non governativa) MAGIS di Roma, per fare un’esperienza di volontariato. Era il mio sogno, ero innamorata del Brasile fin dalla prima volta che vi avevo messo piede due anni prima, ma non avevo idea di cosa fosse il sertão prima di arrivarci… Per due anni ho coordinato un progetto di sviluppo, finanziato dal Magis e dal Ministero degli Esteri Italiano, che prevedeva essenzialmente infrastrutture per la raccolta dell’acqua piovana, installazioni per l’allevamento di pecore, capre, apicoltura e piscicoltura, corsi di formazione per i piccoli produttori, le donne e gli studenti, microcredito per il miglioramento della produzione agricola, installazioni produttive per la Scuola Famiglia Agricola di Jaboticaba. Io mi occupavo di coordinare le attività, organizzare il lavoro dell’equipe locale, tenere la contabilità del progetto, scrivere relazioni, rendiconti, ecc. Ho fatto molto poco l’ingegnere, in quanto i miei colleghi locali erano già molto preparati per quanto riguarda la parte tecnica e ricchi di esperienza sui metodi da attuare nel semi-arido.

In questi anni si è visto che tecniche, colture e allevamenti adeguati alla realtà geo-climatica, possono fornire una produzione sufficiente alle esigenze delle famiglie. Bisogna quindi insegnare i metodi più appropriati e fornire l’assistenza tecnica ai contadini. Solo così le famiglie e i giovani potranno continuare a vivere dignitosamente nel sertão. Il popolo sertanejo possiede una grande ricchezza culturale fatta di tradizione, musica e balli. È un popolo che soffre molto, ma capace di sorridere e di grandissima allegria, come tutti i brasiliani. Vive una vita semplice ma conosce valori veri della vita come la solidarietà, l’accoglienza, il lavoro, la fede. Ho avuto la fortuna di poter vivere tra di loro, come una di loro, sentendomi una di loro, vivendo un tipo di vita completamente di verso da quella che faccio a Genova, ma che mi ha regalato moltissimo. Il Brasile in generale ha la capacità di fare sentire a casa ogni straniero che vi si trovi, forse anche grazie al fatto che è il paese più multietnico del mondo, che per secoli ha accolto chiunque arrivava, schiavo o povero emigrante in cerca di una terra da sentire sua. I brasiliani sono indios, africani, europei, asiatici… ma prima di tutto sono orgogliosamente brasiliani. E anche io che vi ho vissuto per soli due anni, mi sento un pochino brasiliana con infinito orgoglio e gratitudine verso questa seconda patria così speciale.

Questo libro raccoglie i pensieri e i racconti scritti in due anni, mandati agli amici per e-mail o serbati nel mio diario. Chiedo scusa fin d’ora ai brasiliani per gli errori che potrebbero incontrarsi riguardo alla storia, alla geografia e alla cultura di questo meraviglioso paese, grande e vario come un continente, impossibile forse da conoscere per intero. Il sertão ne è solo un piccolo pezzo che difficilmente troverete tra le mete delle agenzie turistiche.

Buona lettura e buon viaggio allora, tra la polvere delle precarie strade del sertão!

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